Napoli – Corea, business e sviluppo per l’export

Italia – Corea del Sud, opportunità per le imprese che guardano all’export ad innovarsi ed internazionalizzarsi sui mercati strategici. Un confronto tra operatori ed Istituzioni presso la Camera di Commercio di Napoli con il Commissario Girolamo Pettrone e diverse imprese importanti della provincia di Napoli: agroalimentare, manifatturiero e moda, aeronautico. Con Lui ne hanno discusso Dario Scalella, Console Onorario, Mr. Jang Sooyoung del Korea Trade Investiment Promotion Agency, mr. Natan Mondin e Roberta Venditti del Korea Business Center.

La Corea del Sud rappresenta la quarta potenza economica dell’Asia dopo Giappone, Cina e India e nel 2010 è diventata il sesto produttore mondiale superando l’Italia, scivolata dal quinto al settimo posto. Dal punto di vista commerciale è localizzata in una delle zone più dinamiche del mondo (il nordest asiatico produce il 22% del PIL mondiale e si prevede raggiungerà il 30% nel 2020) e secondo il World Factbook della CIA, la Corea e’ posizionata al quattordicesimo posto per potere d’acquisto. Si tratta di un Paese tecnologicamente avanzato, patria di colossi dell’elettronica e delle telecomunicazioni come Samsung e LG, con una rete infrastrutturale efficientissima e un aeroporto internazionale, quello di Incheon, giudicato fra i migliori del mondo. La capitale Seoul offre una qualità della vita in rapido e continuo miglioramento ed è in costante trasformazione, proiettata verso una massiccia opera di ammodernamento dei propri servizi e strutture. L’impegno del governo coreano nell’opera di internazionalizzazione e promozione del Paese in ambito culturale, tecnologico ed economico e’ costante e finalizzato alla conquista di ulteriori margini di sviluppo e prominenza sulla scena mondiale.
Le elezioni presidenziali anticipate del 9 maggio 2017 hanno decretato il liberale Moon Jaein il nuovo presidente sudcoreano. La priorita` numero uno del governo Moon e` l’aumento dell’occupazione, per il quale e` stato creato, ancora prima del gabinetto ministeriale, un comitato speciale. Il tasso di disoccupazione nel 2016 e` aumentato al 3,6%, il piu` elevato dal 2010, riflesso della crisi in atto nei settori chiave della cantieristica e del trasporto marittimo. Un altro dei propositi del governo Moon e` quello di fare gli interessi soprattutto delle piccole-medie imprese, che in molti casi soffrono della concorrenza dei grandi gruppi. La creazione di politiche su misura dovra` servire ad incentivare una maggiore partecipazione delle piccole imprese all’economia del paese, anche in previsione delle opportunita` offerte dalla quarta rivoluzione industriale (intelligenza artificiale e Internet of Things fra gi altri).
I dati scomposti per trimestre del 2017 rilevano una crescita annuale di +3,6% a luglio~settembre. il risultato piu` positivo in sette anni. La ripresa dell’export e un budget statale di supplemento destinato ai servizi sanitari e all’occupazione hanno favorito la crescita economica. Gli ultimi dati sui consumi, aggiornati al terzo trimestre, si mantengono stabili, con +0,8% rispetto allo stesso periodo del 2016.
I principali paesi clienti della Corea sono Cina, USA e Hong Kong. Fra i paesi europei vi e` un continuo avvicendamento fra Germania e Regno Unito. Nel 2016 e` stata la Germania il primo paese cliente con una quota dell’1,3% e un totale importato di 6,44 mld USD (+3,6% rispetto al 2015)
mentre i flussi di prodotti coreani verso l’Italia sono ammontati a 3,16 mld USD per una quota dello 0,6% (-10,4% di variazione). Le principali voci esportate dalla Corea in tutto il mondo sono gli apparecchi elettrici con una quota del 27,1%, seguiti dalle autovetture e dai macchinari.
La Corea ha un’economia che si regge tradizionalmente sull’export ma, essendo povera di risorse naturali, dipende molto dall’importazione di fonti energetiche quali greggio, gas naturale, carbone e materie prime.
Nel 2016 le importazioni coreane sono diminuite del 6,9% per un totale di 406,19 mld USD e tutti i principali paesi partner, eccetto il Giappone, che è il secondo fornitore. Fra i Paesi del blocco europeo il primo fornitore della Corea è la Germania (quarta nella graduatoria generale), alla Germania seguono Francia, Italia e Regno Unito, queste ultime sempre impegnate in un continuo capovolgimento di fronti. Le importazioni dall’Italia sono diminuite del 6,9% e costituiscono l’1,3% del totale.
Attualmente le imprese straniere operanti in Corea sono poco meno di 16.000 contro le 2.300 del 1997 e 1/5 dell’export coreano e` attribuibile a loro, cosi’ come il 6% dell’occupazione. In Corea il settore più interessante per un investimento dall’estero e` quello dei servizi, con a capo le società operanti nella finanza e nelle assicurazioni.
L’interscambio con l’Italia;
La proiezione commerciale delle imprese italiane sul mercato coreano si e’ andata consolidando nell’ultimo decennio, e il commercio rappresenta oggi la dimensione piu’ rappresentativa delle relazioni economiche bilaterali. L’Italia, peraltro, vanta un consistente surplus commerciale nei confronti della Corea.
I dati 2016 sul commercio estero di fonte coreana evidenziano un export italiano in calo, come da andamento generale dell’interscambio coreano. Complessivamente, nel 2016 l’Italia ha rappresentato il diciannovesimo Paese fornitore della Corea del Sud, mantenendo la posizione ottenuta nel 2015. I prodotti italiani maggiormente importati sono macchinari e pelletteria, che vanno in controtendenza rispetto al trend in calo. Sul fronte dell’export coreano verso l’Italia le voci principali sono: autovetture, ferro e acciaio, plastica, macchinari.
Anche nel periodo gennaio-settembre 2017 la bilancia commerciale è in attivo per l’Italia, 4,23 mld USD di importazioni coreane contro 2,77 di esportazioni. Fra i paesi UE l’Italia è il quinto paese sia fornitore che cliente della Corea.
La performance complessiva del nostro commercio con Seoul è il frutto di due opposte dinamiche. Da un lato, la forte contrazione del settore della meccanica e componentistica, in parte dovuta alla debole dinamica degli investimenti in beni capitali in Corea ed alla crisi di alcuni settori dell’industria pesante, dall’altro lato, si conferma invece l’ottima performance del comparto moda. Se considerato in senso ampio (inclusi occhialeria, cosmetica, accessori), la crescita è stata del 6,9%, in controtendenza rispetto alla dinamica settoriale (-1,4%).
E’ in forte espansione anche l’export del comparto agroalimentare, cresciuto del 16,5% e pari a 268 mln di dollari. Tra gli altri settori che registrano una performance positiva, da segnalare la conferma dell’ottimo trend degli autoveicoli e dell’arredamento, mentre cala drasticamente la voce ‘oli minerali e combustibili’ ( – 70,6%).
Secondo gli ultimi dati del periodo gennaio~settembre 2017 gli investimenti italiani in Corea hanno totalizzato 54 milioni USD, di cui 35 milioni avvenuti nel primo trimestre dell’anno. Il settore manifatturiero, nello specifico i prodotti chimici, hanno raccolto oltre 51 milioni USD.
Ad oggi si contano circa novanta aziende italiane presenti in Corea del Sud, prevalentemente attraverso uffici di rappresentanza, filiali commerciali, agenti esclusivi, sussidiarie. I settori più rappresentati sono la meccanica, l’energetico, l’agroalimentare e l’automotive. Quasi tutte le grandi firme della moda italiana sono inoltre stabilmente presenti in Corea (KITON, abbigliamento uomo, Napoli). E’ invece limitato il numero di imprese presenti con impianti di produzione, in particolare Marposs (strumenti di precisione per la misura ed il controllo in ambiente di produzione), Arneg (refrigerazione), Mapei (chimica), Usco (macchine movimento terra), Walvoil (valvole e sistemi per i macchinari mobili). Non sono presenti in Corea branch di banche italiane, ma solo due uffici di rappresentanza di Unicredit e Intesa SanPaolo e la sede di BNP Paribas che controlla BNL.

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