Taburno e Sannio Dop, falanghina d’autore e aglianico di buona volontà.

Una lunga traversata nel Sannio attraverso i suoi vini, le sue aziende e i vitigni che conquistano consumatori, esperti ed appassionati.

Continua la nostra immersione nella provincia di Benevento anno dopo anno per cogliere sfumature e tendenze del territorio e della sua cultura enologica, quest’anno sono stati in totale 97 i vini in degustazioni. Ed è la Falanghina del Sannio Doc che ci regala buone sensazioni al naso e al palato presentando caratteri identitari del vitigno con le specificità del suo territorio (freschezza, limpidezza, buona acidità e persistenza), delle microzone di una provincia molto vasta e dalle escursioni termiche molto variabili tra loro, pensiamo al Monte Taburno e le sottozone esposte a sud e sud-est come Bonea o di Guardia Sanframondi, Solopaca (Guardiolo). Meno legno in generale e si sente. Analogie anche per aglianico e piedirosso, tendenze e areali diversi riconducono alle stesse considerazioni: aglianico del Taburno Docg e Sannio Doc, sono le loro denominazione che sintetizzano una provincia in forte crescita ed un Consorzio che vuole conquistare “terreno” con le vigne sannite nel mondo. Vigne che offrono altre varietà come Coda di Volpe, Piedirosso e Barbera del sannio. Una realtà associativa e produttiva, quella del Consorzio di Tutela SannioDop, che registra oltre 500 aziende associate cui si aggiungono i soci delle singole cooperative per superare i mille associati per circa 22 milioni di bottiglie prodotte, il lavoro di rilancio della vitivinicoltura segna diversi segni positivi come un 5% di crescita delle vendite ed in crescita anche i dati verso l’export.

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