Numeri importanti per l’export del vino italiano nel mondo che consentono di guardare avanti con particolare fiducia. Secondo l’Istat il nostro export di vino nel 2017 consolida e rafforza il settore enologico, con un importante e nuovo record commerciale pari al +6,2% a/a, 5,9 miliardi di euro.
Un risultato che potrebbe avere ancora ulteriori margini di sviluppo grazie alla grande qualità delle nostre produzioni. Una crescita che indica importanti passi avanti nella gestione della vigna ed in cantina, molto meno che nel valore sui mercati, ma qui entrano in gioco le politiche di sistema di un paese che non riesce a coordinare le azioni sui mercati esteri. Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna anche per il 2017 rimangono i nostri mercati di primo piano con il 53,4% delle vendite, mentre negli stessi paesi rimangono dietro Francia con il 38,5% e Spagna con il 35,2%. Naturalmente andrebbe fatto un confronto anche in termini di valore oltre che di percentuale, ma questi dati non sono disponibili al momento. Ma con una domanda mondiale in espansione è bene che rimaniamo legati/vincolati a tre soli paesi? L’instabilità degli scenari tra politiche nazionali restrittive e tensioni commerciali, consiglierebbe di diversificare ed ampliare con nuovi mercati. Orizzonte roseo per l’export con record che si susseguono per un mercato internazionale in espansione in diverse aree geografiche del mondo, anche se in modo non omogeno la domanda è in crescita.
Secondo le elaborazioni di Vinitaly-Nomisma su base dati ufficiali dei diversi Paesi produttori, l’anno scorso si è chiuso con un nuovo record in valore dell’export mondiale di vino – oltre 31 miliardi di euro – con i principali player in grande crescita. Nella classifica per performance, vince l’Australia (+15,1% per un controvalore di 1,8 miliardi di euro), seguita dalla Francia (+9,9%, 9,1 miliardi di euro), dalla Spagna (+6,5%, 2,8 miliardi di euro), dal Cile (+6,3%, 1,8 miliardi) e dall’Italia (+6,2%, 5,9 miliardi di euro). L’Italia tiene bene con gli sparkling (+13,6%, 1,4 miliardi di euro), vero traino della domanda mondiale anche nel 2017, mentre cresce meno sui fermi imbottigliati (+4,4%, 4,2 miliardi euro). Se gli Stati Uniti si confermano il principale mercato della domanda mondiale e in particolare per Francia (+14,3% a 1,6 miliardi di euro) e Italia (+3,6% a 1,4 miliardi di euro), volano i partner asiatici e rallentano quelli europei. E nell’Ue si colloca oltre il 50% (3 miliardi di euro) del totale del commercio italiano di vino nel mondo: un’incidenza più alta rispetto alla Francia che vende nel Vecchio Continente il 41% del suo prodotto. Nella geografia delle esportazioni dei 2 Paesi leader, la Francia accelera ancora in Asia – che rappresenta ormai il 27% delle vendite globali transalpine (a 2,45 miliardi di euro) – mentre per l’Italia la stessa area vale il 7% dell’export, a 419 milioni di euro.
A Veronafiere, la 52ª edizione di Vinitaly (15-18 aprile), in media 128mila operatori, con buyer esteri provenienti da oltre 140 Paesi. In crescita, del 25%, lo spazio riservato all’esposizione internazionale che da quest’anno diventa International Wine Hall.