Il vino buono ed un territorio prevalentemente vulcanico che vuole crescere, sviluppare conoscenza e condividere considerazioni ed opinioni per comprendere meglio tendenze e dinamiche del mondo del vino.
A Galluccio, nel corso della Festa del Vino, tradizionale appuntamento dedicato al territorio vitivinicolo con note di gastronomia di buona scuola, i produttori della Doc Galluccio e della Igt Roccamonfina hanno presentato ad un panel di degustatori i loro vini di annate recenti e meno recenti, per cercare spunti utili. Aglianico, piedirosso e Falanghina i vitigni locali dominanti ma anche qualche sorpresa come uno sciascinoso che testimoniano le potenzialità di un area a vocazione vitivinicola. 50 anni circa di esperienza nel lavoro in vigna per alcune delle aziende pioniere ed altre già conosciute in tutto il mondo, sono un sigillo per garantire qualità e territorialità. Nel calice materia viva di vini “sinceri” con sfumature vulcaniche, alla ricerca di un equilibrio tra le varie componenti: struttura e aromi, uso del legno ed evoluzione negli anni. Parlando con loro capisci che alcuni hanno voglia di uscire dal guscio per contaminarsi e confrontarsi attraverso giornate e visite studio che la Pro Loco e l’amministrazione comunale di Galluccio con il sostegno di Cesare Avenia presidente del Consorzio di Tutela Vitica e di Maria Felicia Brini. E poi rimangono i disciplinari sullo sfondo, concepiti in una epoca lontana di una economia agricola molto differente, sono un crocevia da cui passare per poter meglio cogliere cambiamenti e dinamiche attuali sia per una migliore tutela dei territori sia per una competizione sui mercati che chiedono prodotti ben definiti a partire dalle denominazioni spesso, troppo articolate se non contorte.