Kresios. Difficile immaginare cosa sarebbe accaduto di lì a poco appena salutato il caro Giuseppe Iannotti nel suo elegante ristorante, ingegnere per caso o forse per mamma e papà ma, invece, chef per missione o professione. Una stella e qualche cosa…a Telese Terme con il suo Kresios, ma sempre in giro per il mondo gastronomico.
Da mangiare con le mani: caviale e champagne; fermentazione di verdure; pelle di baccalà soffiata; tagliolino di zucchine, perlage di tartufo nero e menta; pizza alla napoletana; pollo arrosto; tramezzino di rane; caciocavallo e marmellata di melannurca; pop corn di animella e Raffaello di Fois gras. Poi sono arrivate le posate per un cocktail di ostrica; spiedino di maialino; tonnato sbagliato; rana pescatrice e prugna fermentata; baccalà e puntarelle; maiale al porro; agnello e carciofo alla griglia; spaghetto allo scoglio; fagottino alla faraona; tapioca, frutto della passione e cioccolato frizzante; mojito; litchi e violette; petit fours. L’incredibile progressione di 23 portate condotta in modo impeccabile dai ragazzi di sala con una giovanissima e internazionale brigata di cucina, ha scandito il tutto con ritmi intensi e costanti per due ore e venti minuti. Complessità di preparazione con circa un centinaio di ingredienti da lavorare. L’interpretazione gastronomica di Giuseppe Iannotti, partendo da territorio, sviluppa una cucina innovativa e complessa nelle sue articolate composizioni e nelle presentazioni al tavolo. Ben poco richiama la tavola tradizionale. Un percorso gustativo accompagnato iniziando con un thè, seguito dal sake e infine, dal uno splendido Taurasi Mastroberardino del 1999. Un percorso gustativo che mi ha riportato ai paesi baschi di Andoni Luis Aduri e infusi e tisane che delicatamente accarezzano i sapori al palato e Berasategui in un toru del 2004.