La viticoltura di fronte ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità

La viticoltura di fronte ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità

Vittorino Novello, Vicepresidente Commissione Viticoltura dell’OIV

In occasione dell’evento “Pompeii, dell’Antichità della Vitae del Vino e del Cibo dello scorso 24 giugno 2024, abbiamo avuto il piacere d avere il professore Vittorino Novello, Vicepresidente Commissione Viticoltura dell’OIV, per una relazione su “La viticoltura di fronte ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità”, offrendo alle aziende e agli ospiti un momento di approfondimento scientifico sul tema.

 

Il cambiamento climatico è certamente una delle maggiori sfide che l’umanità è chiamata a superare/convivere pena la sua sopravvivenza, e la situazione attuale certamente continuerà per tutto il 21mo secolo, con le temperature che probabilmente continueranno a crescere da 1,5 a 3,7 °C. L’aumento di temperatura assieme alla riduzione della neve sta provocando la fusione del ghiaccio in montagna e alle calotte polari, con evidenti danni quali l’aumento dei livelli degli oceani (e sommersione di isole e città costiere) e riduzione delle riserve idriche per la popolazione, l’industria e l’agricoltura. La temperatura non è il solo parametro che caratterizza il cambiamento climatico, ma anche le piogge sono soggette a cambiamenti, con riduzione della loro intensità in alcune aree (es. Sud Europa), e il loro incremento in altre aree (es. Nord-Est Europa). Ma quello che preoccupa di più è l’incremento e l’intensità degli eventi estremi, come le ‘bombe d’acqua’ accompagnate sovente da grandinate di notevole intensità.

I fenomeni meteorologici legati ai cambiamenti climatici interessano direttamente la viticoltura. L’aumento della temperatura, soprattutto quella invernale, favorisce un anticipo delle fasi fenologiche della vite, soprattutto il germogliamento, con l’aumento dei rischi delle gelate tardive, che determinano una riduzione anche significativa della produzione. L’anticipo riguarda anche in maniere importante la data di maturazione e di vendemmia, con riflessi significativi sulla qualità delle uve: aumento della concentrazione degli zuccheri e conseguente aumento del tenore alcolico dei vini che ne derivano, diminuzione dell’acidità e quindi perdita di freschezza dei vini, soprattutto bianchi, sfasamento tra la maturità tecnologica (accumulo di zuccheri) e quella fenolica (accumulo di antociani e polifenoli in genere), importante per i vini rossi. La qualità e lo stile dei vini risultano quindi modificati.

In parallelo si riscontra un aumento delle malattie e parassiti, con l’aumento del numero e dei cicli/generazioni dei parassiti presenti e l’introduzione di parassiti/malattie da zone calde (es. Popilia o Scarabeo giapponese, Popilia japonica). Quelli fin qui citati rappresentano i rischi del cambiamento climatico per la viticoltura tradizionale. Ma ci possono essere anche delle opportunità, per aree attualmente non idonee per la vitivinicoltura ma che lo possono diventare: ad esempio alcune aree dell’Inghilterra e del Galles stanno diventando aree vitivinicole di una certa notorietà e qualità; vigneti si stanno diffondendo anche in Danimarca e in Svezia…

Come affrontare i cambiamenti climatici in una viticoltura tradizionale: ci sono interventi nel breve e medio periodo, per i vigneti esistenti, con interventi colturali adeguati (es. tempistica di potatura, interventi in verde, reti ombreggianti, …) e interventi nel lungo periodo, per vigneti da realizzare: scelta del portinnesto, del vitigno e della forma di allevamento, spostamento del sito viticolo verso nord, introduzione dell’irrigazione, magari climatizzante, …

Affrontare i cambiamenti climatici non può prescindere da una gestione sostenibile del vigneto.

Per sostenibilità si deve intendere un modello di gestione che “soddisfa le necessità del presente senza compromettere le capacità delle future generazioni di soddisfare Ie loro necessità”. Solitamente il termine sostenibilità viene inteso/associato alla protezione dell’ambiente, in particolare, per la viticoltura, alla riduzione degli interventi antiparassitari, ma in realtà la sostenibilità si basa su tre pilastri: ambientale, sociale ed economico.

La viticoltura sostenibile, quindi, integra gli approcci ambientali, sociali ed economici, rispetta l’ambiente, è sensibile agli aspetti sociali e culturali, mantiene la redditività economica, richiede pianificazione e valutazione di iniziative specifiche. 

Gli obbiettivi sono quindi: produrre uve e vini che soddisfino la domanda dei consumatori, proteggere/assicurare la salute e sicurezza dei consumatori, proteggere/assicurare la salute e la sicurezza dei produttori e del personale coinvolto nelle produzione, privilegiare processi di regolazione naturale, minimizzare gli impatti ambientali legati a viticoltura/processi di trasformazione, mantenere la biodiversità della viticoltura ed ecosistemi associati, minimizzare gli input e l’energia utilizzati, gestire correttamente i rifiuti e i reflui, conservare e valorizzare i paesaggi viticoli.

 

 

 

Related Images:

Torna in alto