Il vino ed il mercato internazionale alla verifica della crisi della Cina

Il vino ed il mercato internazionale alla verifica della crisi della Cina da cui dipende l’andamento del resto del mondo. Il vino avverte la tendenza al ribasso e nel 2018 i volumi scendono a -4%

39 milioni di ettolitri scarsi tra vini fermi e spumanti, per 22 miliardi di US$ (+3%). La frenata della Cina (-8%) trascina al ribasso il comparto still wines: -5%, mentre sullo sparkling non si va oltre +2%, la crescita più debole dal 2013.
Il Corriere Vinicolo riporta tendenze ed analisi del mercato. Il mercato mondiale ha chiuso un 2018 molto difficile, offrendo ai competitors un contesto di debolezza generale, determinato da scarsità di volumi disponibili (vendemmia 2017 dell’Emisfero Nord) e resistenza dei Paesi clienti ad accettare aumenti significativi dei prezzi medi. Il totale import fermi e spumanti dell’aggregato degli 11 maggiori Paesi monitorati dall’Osservatorio UIV registra 39 milioni di ettolitri per un valore di poco inferiore ai 22 miliardi di dollari, equivalenti rispettivamente a -4% e +3%.
Tra spumanti e vini fermi in bottiglia, questo secondo segmento è risultato quello più difficile: sulla stabilità del continente americano (-1% volume) si è innestata la frenata cinese (-8%), che ha portato il saldo dell’aggregato a -5% (34 milioni di ettolitri), controbilanciato da un debole aumento a valore (+2%, 18 miliardi di US$).
Sulla spumantistica, il saldo del totale aggregato è positivo soprattutto a valore (+7%, a 4 miliardi di dollari), mentre a volume la crescita del 2018 (4,8 milioni di ettolitri, +2%) è la più debole dal 2013, determinata dalla frenata in Germania (-8%), UK e Giappone (-1%), solo in parte controbilanciati dal +8% statunitense.
In questo contesto complicato, a soffrire sono state non solo le esportazioni italiane, ma di tutti i principali Paesi: a volume, gli unici segni positivi li hanno registrati Sudafrica e Portogallo (ma siamo sotto il +1%), mentre le vendite italiane di vini fermi confezionati, frizzanti e spumanti hanno segnato -2%, da raffrontarsi al -5% australiano, al -6% francese e al -10% della Spagna.
Sulla componente valore, si registrano solo leggerissimi recuperi, compresi tra il massimo del Sudafrica a +6% e il +1% della Germania, indice di aumenti strappati con moltissima difficoltà al trade: l’Italia registra un +3% generale, così come la Francia, mentre la Spagna resta a bocca asciutta. Migliori opportunità hanno trovato invece gli australiani, che grazie alla piena entrata in vigore dell’accordo di libero scambio con la Cina – primo mercato di sbocco – hanno visto crescere il valore delle esportazioni del 5%.
Nel corso del 2019 incomincerà a entrare in circolo il vino dell’abbondante produzione 2018, per cui sono attesi anche i primi cedimenti sui listini. Lo sfuso italiano (precursore di queste dinamiche), dopo le impennate di aprile-agosto, che lo avevano portato a superare quota 1 euro al litro, nel mese di dicembre ha già perso il 30% del valore, ritornando alle quotazioni del dicembre 2017 (70 cents).

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