Pompeii, storia, cultura e degustazioni di vino tra le meraviglie degli scavi archeologici 7 e 8 settembre 2025

La storia di Pompei è strettamente legata al vino fin dai tempi più antichi. Prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., Pompei era una fiorente città romana con un’economia agricola incentrata in gran parte sulla viticoltura. Ecco un quadro completo della relazione tra Pompei e il vino:

Il vino nell’economia pompeiana. Una produzione di alta qualità

  • Le terre fertili vulcaniche intorno a Pompei erano ideali per la coltivazione della vite.
  • I vini pompeiani erano molto apprezzati a Roma e in tutto l’Impero.
  • Il più famoso era il vino Falerno, prodotto nella zona campana e considerato uno dei migliori dell’antichità.
  1. Vini da esportazione. Le anfore pompeiane, usate per il trasporto del vino, sono state ritrovate in numerosi porti dell’Impero romano, a testimonianza della vasta rete commerciale.
  • Spesso erano marchiate con sigilli che indicavano il tipo di vino, l’annata e il nome del produttore.

La coltivazione e la produzione . Vigneti dentro e fuori le mura

  • I vigneti non erano solo in campagna: in alcuni orti domestici pompeiani sono stati ritrovati resti di filari di viti.
  • La domus del Vesuvio e la Casa dei Casti Amanti avevano veri e propri vigneti urbani.
  1. Tecniche di vinificazione. I pompeiani usavano metodi simili a quelli attuali: pigiatura dell’uva in torchi, fermentazione in dolia (grosse anfore interrate), conservazione in anfore.
  • Alcuni vini venivano aromatizzati con miele, spezie o erbe.

La cultura del vino a Pompei. Simbolismo e consumo. Il vino era parte essenziale della vita quotidiana e rituale: si beveva durante i banchetti, ma anche nei riti religiosi.

  • Affreschi e mosaici pompeiani mostrano scene di vendemmia, consumo di vino e simposi (banchetti conviviali).
  1. Termopoli e osterie. A Pompei erano presenti numerose osterie (termopolia), dove si serviva vino caldo speziato, simile al vin brûlé.

Il vino dopo l’eruzione. Dopo l’eruzione, la viticoltura nella zona subì un forte arresto, ma nel tempo fu ripristinata. Oggi l’area vesuviana produce ancora ottimi vini, come:

  • Lacryma Christi del Vesuvio DOC: vino bianco, rosso e rosato prodotto sulle pendici del Vesuvio.
  • Vini da vitigni autoctoni come il Piedirosso, l’Aglianico e il Caprettone.

Scoperte archeologiche recenti. Gli scavi archeologici continuano a restituire informazioni preziose: nel 2021, nella Regio V, è stata ritrovata un’antica cella vinaria con anfore ancora in posizione.

  • Alcuni esperimenti di archeobotanica hanno permesso la riproduzione dei vini antichi secondo ricette romane
  • Il vino a Pompei: tra cultura, economia e quotidianità. Il vino era uno degli elementi centrali della vita quotidiana nell’antica Pompei, non solo come bevanda, ma anche come simbolo di prestigio sociale, religione e fonte di ricchezza economica. La città, situata alle pendici del Vesuvio, godeva di un terreno fertile e di un clima ideale per la coltivazione della vite, fattori che contribuirono allo sviluppo di una fiorente viticoltura.
  • La coltivazione della vite
  • Le ricerche archeologiche hanno rivelato che il vino veniva prodotto in grande quantità a Pompei e nelle aree circostanti. I vigneti erano coltivati sia all’interno che all’esterno delle mura cittadine, come dimostra il celebre esempio della Villa di Giulia Felice, dove è stato rinvenuto un vigneto ben conservato. I pompeiani usavano tecniche agricole avanzate per l’epoca, come l’allevamento della vite a pergolato e l’irrigazione tramite cisterne.
  • La produzione e il commercio del vino
  • Il vino pompeiano era talmente rinomato da essere esportato in tutto il Mediterraneo. Lo testimoniano le anfore trovate nei porti e nei magazzini di Roma, della Gallia e perfino del Nord Africa, spesso contrassegnate da iscrizioni che indicano il tipo di vino, il produttore e l’annata. Una delle varietà più famose era il vino di Vesuvio, descritto come forte e aromatico.
  • Le fullonicae, le officine di produzione e imbottigliamento del vino, erano diffuse in città. Il vino veniva conservato in grandi dolia (recipienti in terracotta) e servito nei thermopolia, le “tavole calde” dell’epoca. La sua vendita era regolata da un vero e proprio mercato, con prezzi e qualità differenti per ogni classe sociale.
  • Il vino nella cultura pompeiana
  • Il vino era anche profondamente radicato nella religione e nella cultura pompeiana. Veniva usato nei rituali religiosi, nei banchetti e nelle celebrazioni. Le pitture murali e i mosaici rinvenuti nelle case pompeiane rappresentano spesso scene di vendemmia, banchetti o riti dionisiaci, a testimonianza dell’importanza simbolica del vino. La figura di Bacco (Dioniso), dio del vino, era particolarmente venerata, e molte domus ne ospitavano statue o affreschi.
  • Il vino a Pompei non era soltanto una bevanda: era una componente fondamentale della società, dell’economia e della spiritualità. L’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. ha sepolto sotto la cenere e la pomice questa vivace cultura vinicola, ma gli scavi archeologici ce ne restituiscono un’immagine vivida. Studiare il vino a Pompei significa comprendere meglio la vita degli antichi Romani e il valore simbolico che attribuivano alla natura e ai suoi frutti.

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