Pizzerie nel mirino, dopo Sorbillo colpito Di Matteo.

Quella rabbia trattenuta dentro, il gruppo di ragazzi della pizzeria Di Matteo sono a lavoro come ogni giorno, ma ieri i volti sono silenziosi e tirati ma sempre con quella nota di orgoglio di esseri ancora lì a voler lavorare, continuare a difendere il “pane” per la loro famiglia.

Nel mirino dei “guappi” in Via dei Tribunali questa volta è un’altra pizzeria, quella di Di Matteo, meno famosa sui social di Gino Sorbillo, anche lui finito nel mirino qualche settimana fa, ma molto conosciuta per la loro buona pizza.  Nel banco scalda pizze i segni delle pallottole rimbalzate dentro a segnare la loro minaccia. Vivere in Via dei Tribunali è diventato un palcoscenico televisivo, il paradosso di una realtà dove la pistola si maneggia tra ritualità filiali e guerra vera tra clan. In mezzo di sono i cittadini, le attività economiche che “devono pagare” o, al massimo, la variante al pizzo è lasciare i “buoni spesa” per i boss che spendono nei negozi concordati quei “buoni” lasciati da amici. Un palcoscenico che li sta rendendo famosi, li esalta nelle loro azioni criminose rivedendosi nelle pagine dei giornali, di un libro, nelle foto sui social e nelle tv, lo sanno che diventare capi significa anche questo: famosi non solo per i loro gruppi ma anche per tutta la città e non solo. Una strada che trasuda di magia e spiritualità con le mille chiese adornate di splendide decorazioni barocco, dei colori scuriti dei palazzi possenti e in parte decadenti e con quel profumo di pizzerie, di friggitorie e pescherie che si susseguono una dopo l’altra, negozi alimentari con le intrecciate d’aglio appese fuori, botteghe per turisti, tutto immerso nel cuore vecchio di Napoli gomito a gomito con le famiglie che controllano vicolo per vicolo lo spaccio di cocaina e racket e che consentono mille altri traffici come la merce di furti e rapine che ti può capitare di trovare ad ogni angolo dei vicoli. E la notte in Via dei Tribunali cala di nuovo la paura ed ogni giorno tutto riprende con i rumori e i colori della festa a tratti malinconica che si deve mettere in piedi per lavorare, per i turisti, per continuare come sempre.

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